Mentre la Sindaca di Prato é impegnata per la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, emerge un quadro che fino a poco tempo fa faceva comodo ignorare: la presenza di fenomeni mafiosi sul territorio.
Dopo anni di negazioni da parte di tutti, ora la questione viene portata all’attenzione pubblica, coinvolgendo anche il ruolo del governo nazionale.
Dopo essere uscita (quasi) indenne dalle polemiche relative ai contributi elettorali – regolari, va precisato – resta tuttavia evidente la dissonanza tra i principi proclamati e alcune situazioni emerse.
nnfatti, Nonostante l'impegno dichiarato nella lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori nel bilancio della sua campagna elettorale erano emersi finanziamenti provenienti da un'azienda cinese oggetto di contestazioni sindacali per sfruttamento della manodopera – “Contano i fatti. Io sono scesa in piazza con i S.I. Cobas contro lo sfruttamento. Sto dalla parte dei precari e degli sfruttati”, ha dichiarato la sindaca.
Oggi il tema al centro dell’attenzione è la cosiddetta "mafia cinese", un fenomeno ben noto a chi conosce il territorio e che adesso, anche grazie all'allarme lanciato dalla Commissione Antimafia, viene riconosciuto in maniera più esplicita.
“A Prato abbiamo constatato direttamente l’urgenza di un’azione forte da parte dello Stato per affrontare criminalità e sfruttamento lavorativo. La visita della Commissione Antimafia, voluta dal Partito Democratico (ipse dixit), ha portato alla luce criticità già evidenziate dal procuratore capo di Prato, Nicolò Tescaroli, e dalla Sindaca Ilaria Bugetti. È emersa con chiarezza la necessità di contrastare le infiltrazioni delle mafie cinesi nell’economia locale”, ha dichiarato la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e Lotta alle Mafie del PD, presente nella delegazione della Commissione parlamentare Antimafia che il 4 aprile ha visitato Prato.
Durante la missione, i membri della Commissione, guidati dal deputato Pietro Pittalis, hanno incontrato in prefettura le principali autorità giudiziarie e di pubblica sicurezza: il procuratore Tescaroli, la sostituta procuratrice Laura Canovai, il prefetto Michela La Iacona, il questore Pasquale De Lorenzo, il comandante provinciale dei Carabinieri Francesco Schilardi e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Enrico Blandini.
Come spesso accade, il dibattito assume una connotazione marcatamente politica, con il centro delle critiche che si sposta sul governo centrale, oggi guidato da Fratelli d'Italia:
“La carenza di personale negli uffici giudiziari e nelle forze dell’ordine di Prato è assolutamente inadeguata rispetto alla complessità e gravità del contesto criminale locale”.
Resta da vedere se, al di là delle contrapposizioni politiche, si riuscirà finalmente a intraprendere interventi concreti.